C'è un momento in cui ci si sente ingabbiati nell'omologazione, nel conformismo, quello che banalizza e riduce a vuota retorica sentimenti e passioni.
Oggi in Italia la Lega & co. (bisogna pur distinguere tra due pensieri vuoti) hanno disposto le cose affinché sparisse del tutto l'amor patrio (spesso dileggiato) sostituito dal mugugno e da slogan davvero interessanti: "Oggi io lavoro - disse l'ottimo Castelli - l'Italia ha bisogno di lavorare non di festeggiare".
Poi c'è chi la butta nello storico: il Risorgimento fu borghese, no, fu popolare, e Garibaldi sì e Garibaldi no: quando mai questa gente si è trovata a disquisire su questi aspetti se non adesso in modo pretestuoso? L'Italia è qui, adesso fa un po' schifo, ma confidiamo che ce la farà.
Ma con quest'aria che tira (si litiga sul nucleare come se fosse una chiacchiera da bar e non per quello che è e che minaccia di polverizzarci tutti). con quest'aria dicevo, chi ha voglia di festeggiare l'unità? Il sentirci parte di una sola nazione? Paradossalmente, anche noi unionisti della prima ora (almeno credo, non ho letto nessun post contrario) siamo un po' infastiditi all'idea di stare con "quelli là", non abbiamo nemmeno voglia di discuterne, come un bambino che, avendo lirtigato con la mamma riguardo agli invitati al compleanno, si rifiuta di toccare la torta.
L'Italia ha auto ottimi Presidenti della Repubblica: basti pensare a Ciampi, Scalfaro, il nostro Napolitano, magari con le loro caratteropatie, ma sempre fedeli alla Repubblica e alla Costituzione, e sempre migliori della classe dirigente che li aveva espressi. Ma quello che mi è rimasto nel cuore è Pertini. Per lui, dentro di me, non esisteva fastidio per la sua retorica, brusca e sbrigativa, senza un ricamo; ero anzi felice del pressoché unanime consenso, come se fosse esso stesso un asse portante dei sentimenti di tutta la nazione, di un'opinione pubblica bipartisan. Mi piaceva quel "vecchietto" di oltre 90 anni, inerme ma solido come una roccia, che si sistemò, in piedi per tutto il tempo, accanto al maledetto tunnel di Vermicino, trent'anni fa. Non c'erano parole, non c'era retorica. Adesso Vespa ci farebbe un plastico.
Cerchiamo quindi di sentirci tutti uniti oggi, se non fisicamente almeno nello spirito.
Anche se nel giro che ho appena fatto in città, di bandiere ce n'erano davvero poche, non importa, io penso che alla fine ce la faremo, perchè quelli che distruggono, che lavorano per disfare e impoverire, sono sempre stati poi spazzati via dalla storia . Tutti i reich millenari durano una trentina d'anni, poi c'è come un risveglio che cambia le cose. Purtroppo spesso traumatico.
RispondiEliminaSempre UNITA a persone come te e a molti altri che parlano con cognizione di causa.
RispondiEliminaSempre UNITA con il 'cuore e con la mente', come cantava J.Iglesias ( perdona la bestemmia), ma altrettanto distante da quel manipolo di gentaglia che, sembra un'assurdità, siedono in Parlamento facendo finta di fare i ministri.
Cristiana con un abbraccio stretto.
Concordo su tutto. Almeno fino a quando non ho ascoltato, poco fa, le prolusioni del presidente della Camera Gianfranco fini e ancor più il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
RispondiEliminaNell’aula gli unici a non applaudire le parole molto sagge del capo dello Stato, che ha tenuto una prolusione che addirittura spaziava bel campo della storia con spunti di retorica istituzionale appena accennati, erano proprio quegli stronzi le Ministri leghisti. Castelli? Quando mai ha lavorato quello.
Leggiamo: “Frequenta il liceo classico Manzoni di Lecco, nella stessa classe di Roberto Formigoni, futuro Presidente della Regione Lombardia. Nel 1971 si laurea in ingegneria meccanica presso il Politecnico di Milano, quindi si specializza negli Usa e in Gran Bretagna.
Ha lavorato per trent'anni nel campo dell'acustica applicata, dapprima come direttore tecnico della Lafranconi di Mandello del Lario (LC), e poi come libero professionista ed imprenditore nei sistemi di controllo del rumore, nella sicurezza in fabbrica e nella consulenza e rilascio di certificazioni ed omologazioni CE. È stato, inoltre, consulente tecnico d'ufficio (CTU) presso il Tribunale di Lecco.
Le sue attività di ricerca e sviluppo tecnologico lo portano a partecipare al primo progetto sui trasporti organizzato dal CNR. Prende parte ai lavori per il varo dei regolamenti CEE e, come consulente tecnico della Commissione Europea, alla valutazione di progetti d'innovazione tecnologica in ambito ambientale. È autore di alcune pubblicazioni e corsi di formazione per ingegneri ed è stato collaboratore tecnico della rivista Motociclismo.”.
Poi si è messo a fare il politico.
Di Bossi manco a parlarne, sappiano tutti cos’era prima di trovare il filone d’oro.
Letto il tuo ottimo post.
RispondiEliminaAlla faccia dei legaioli viva l'Italia, viva la Resistenza, viva la Costituzione, viva le Donne Italiane.