Non se ne può più. Siamo immersi nella melma (avrei potuto anche dire merda, ormai le parolacce sono state sdoganate). Lui tutto tronfio che cammina seguito da un codazzo di lecchini, pronti ad entrare in azione e compiere le loro mansioni, e che non cade, non cadrà mai più. Ma per forza! ma in virtù di quale diritto gli sono stati accordati tutti questi giorni prima del voto di fiducia! Lo chiedo davvero, perché non lo so. Toccava a lui scegliere la data ? Ne dubito. Certo che ci voleva altro per detronizzzarlo! Lacrime e sangue. Certi “regicidi” vanno compiuti giocando sul tempo. In un mese quante possibilità di corruzione e quanto tempo per tessere la trama che avrebbe irretito gli avversari? Quante minacce? Una per tutte: il divieto financo di sperare di rientrare nel centro-destra: si badi bene: divieto di rientrare in un partito che è poi una coalizione: così, senza parere, dà degli ordini su come uno deve vivere la propria vita.
Poi c’è Di Pietro, forse quello che si dà più da fare e che pertanto meriterebbe di più, ma quanta rabbia lo avrà roso quando si accorse di che serpi covava in seno! Tre tangheri che fanno il bello e il cattivo tempo! Di Pietro è stato l’unico che, purtroppo a giochi fatti, sarebbe stato disposto a vendersi l’anima, se occorreva, ma da solo? Già. Da solo. Perché, chi altro c’è?
Dopo la mossa dei centristi Di pietro ha proposto l‘unione delle sinistre. Si aspettava una qualsiasi risposta. Una strizzatina d’occhio,un cenno di riscontro qualsiasi, meglio che niente anche uno sberleffo! Ma svegliatevi per dio! Sarebbe così tanto una vergogna, un grave disonore? Ovvero una bestemmia?
Ma no, no: deve prevalere il nulla. È molto più rassicurante.
Credo che il suggerimento a far passare tre settimane per il voto alla fiducia-sfiducia,sia stato di Schifani,approvato poi da Napolitano.
RispondiEliminaQuello è stato 'l'aiutino'.
Cristiana
Non credo che sia stato Schifani, non l'ho letto da nessuna parte. Penso sia stato Giorgio Napolitano (sulle orme di re Vittorio Emanuele III quando non ordinò l'intervento dell'esercito piemontese per contenere la Marcia su Roma, che sarebbe miseramente fallita) a raccomandare di votare prima la legge di stabilità finanziaria (oggi si chiama così il Bilancio di previsione dello Stato), preoccupazione subito agganciata dal presidente del consiglio e 'imposta' a Gianfranco Fini, con il calendario: entro il 10 dicembre l'approvazione del Bilancio dello Stato, il 13 dicembre le dichiarazioni prima al Senato e poi alla Camera di Berlusconi, votazioni il 14 dicembre prima al Senato e 'contemporaneamente' al Senato. Dunque Berlusconi ha avuto un mese di tempo per organizzarsi e abbiamo visto le conseguenze. Gianfranco Fini sbaglio a sciogliere ASN nel PdL e adesso a sbagliato a non accettare il 'suggerimento' di Napolitano (notoriamente un cuor di leone).Nulla vietava che si votasse la sfiducia con la clausola della successiva approvazione delle legge di Bilancio, ma così non è stato.
RispondiEliminaQuanto ad Antonio Di Pietro ha perso due parlamentari, non tre, per la precisione.